≡Streaming Online≡ Storia di B. - La scomparsa di mia madre Movie Stream
3.7 out of
5 stars -
881 votes
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countries - Italy
liked It - 154 vote
Release Date - 2019
Documentary
story - A once-iconic fashion model strives to escape the world of images and disappear for good, but her son's determination to make a final film about her sparks an unexpected collaboration and confrontation with the camera's gaze
runtime - 1 hour 34 M
Storia di b. la scomparsa di mia madre full. عفاعم الي عندو رقم تاع ام سميرة يعطيه ليه تديرها بحاهال سميرة توقف معاي قبل من موت تانا بحال بنتها. Storia di b la scomparsa di mia madre streaming. Storia di b. la scomparsa di mia madre. Recensione di Raffaella Giancristofaro venerdì 4 ottobre 2019 Durante il casting per un film a lei dedicato, alcune modelle cercano di entrare nel personaggio della top model Benedetta Barzini, la prima modella italiana a comparire nel 1963 su "Vogue" America per volere della leggendaria fashion editor Diana Vreeland (immortalata nel documentario di Lisa Ammordino). Ma quest'inizio in chiave fiction, con luce artefatta da photoshooting è un depistaggio: qualcosa che, per contrasto, faccia risaltare la reale natura di Barzini, imponendosi con forza su quella bidimensionale, amplificata dalle passerelle, dalle cover di riviste come "Harper's Bazaar" agli altri media. "Ho passato la vita a filmare e fotografare mia madre, senza sapere perché. È stata la mia prima modella, la mia preferita. Quando mi ha detto di aver deciso di andarsene e di non tornare mai più, ho capito che non ero pronto a lasciarla andare". Beniamino Barrese Come esergo al suo lungometraggio d'esordio, selezionato dal Sundance 2019 nella sezione World Cinema Documentary, Beniamino Barrese (1986), figlio della fotomodella di fama mondiale nata nel 1943, pone questa dichiarazione per spazzare via ogni equivoco: La scomparsa di mia madre non vuole essere biopic di fiction né documentario informativo, celebrativo o testamentario (alla Franca: Chaos and Creation di Francesco Carrozzini). Anzi, è quasi chirurgico nel non dare coordinate su famiglie e parentele, e sbrigativo nel sintetizzare il periodo newyorkese trascorso a braccetto con star dell'arte e del jet set tanto quanto nel motivare una recente sessione di lavoro alla London Fashion Week. È molto concentrato sulla ricerca di riappropriazione di un'immagine nella sua autenticità, sul tentativo di sottrarre un viso, un corpo, allo sguardo del sistema moda e alla sua rappresentazione convenzionale per restituirlo ai momenti più ordinari, agli atteggiamenti meno glamour. Al tempo stesso è il sogno di comporre e trattenere, da figlio, l'essenza di una "super madre", per di più riluttante, per non dire recalcitrante, ad essere ripresa (anche se come attrice è comparsa come madre di Luca Marinelli in Tutti i santi giorni di Paolo Virzì). Ad essere seguita nella sua quotidianità post hippie (che qui comprende anche una visita pseudo estemporanea della collega e coetanea Lauren Hutton), vissuta però con la stessa ieratica nonchalance di quando - cigno, donna aliena, scultura di Giacometti - posava davanti agli obbiettivi di noti fotografi. Mentre Edipo impazza e riecheggia quasi ad ogni inquadratura, il regista - ma meglio sarebbe dire i registi, visto che ciò che deve stare in campo è frutto di una negoziazione continua tra madre e figlio - rende conto della loro relazione fusionale ma anche di un percorso emblematico di emancipazione: l'evoluzione di una donna che si è sottratta consapevolmente allo stesso sistema capitalista di cui è stata meccanismo per oltre un decennio. E che poi da giornalista, docente di antropologia della moda, femminista (recuperare l'intervista in Lievito madre di Concita De Gregorio ed Esmeralda Calabria per approfondire le sue posizioni) ne ha smontato il linguaggio e la violenza. Se al centro del discorso, oltre al desiderio di fuga e anonimato della protagonista, c'è un conflitto sui limiti del rappresentabile, non c'è dubbio che un elemento invisibile risalti con forza: l'amore incondizionato e parossistico tra i due. Nell'ossessività connaturata a questo corpo a corpo, letteralmente esclusivo, tra il giovane filmmaker e la ex modella, che oggi sono agli antipodi quanto a desiderio di visibilità, il ritratto di donna anticonvenzionale, che qui gioca sempre a depotenziare, demistificare se stessa ("la mia faccia non è in vendita", o "la bellezza non è un merito", dice preparandosi a ricevere un'onorificenza ufficiale) trova una propria forma anche nella scelta di usare il più possibile la luce naturale e nell'armonia tra materiali e supporti diversi: il digitale della camera a mano, la pellicola a 16 e 35mm degli anni del successo e della prima maternità, gli home movies video sgranati di Barrese ragazzino, gli inserti televisivi. Che il desiderio di scomparire sia effettivo o simbolico non è poi così rilevante: resta un insistente, liberatorio appello a rivendicare la propria indipendenza e individualità, che si muove tra filtratissimi cenni biografici, gesti prosaici in spregio all'ossessione estetica e rari, abbacinanti lampi di tenerezza e gioco. Sei d'accordo con Raffaella Giancristofaro? Scrivi a Raffaella Giancristofaro Il tuo commento è stato registrato. Convalida adesso il tuo inserimento. Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare. Chiudi Il tuo commento è stato registrato. Grazie. lunedì 30 settembre 2019 Beniamino Barrese racconta sua madre, Benedetta Barzini, top model negli anni 60, musa di fotografi e artisti, da Irving Penn a Richard Avedon, da Andy Warhol a Salvador Dalì. Chiudi.
Storia di B. La scomparsa di mia made in usa. The background violin music. I've seen it. Marvellous, go watch it. Modella e icona degli anni 60, Benedetta Barzini è stata la musa di artisti come Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Negli anni 70 abbraccia da militante la causa femminista, diventando scrittrice e docente acuta e controcorrente di Antropologia della moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli e degli stereotipi in cui la vita ha cercato di costringerla, desidera lasciare tutto, per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire. Turbato da questo progetto – radicale quanto indefinito – suo figlio Beniamino comincia a filmarla, determinato a tramandarne la memoria. Il progetto si trasforma in un’intensa battaglia per il controllo della sua immagine, uno scontro personale e politico insieme tra opposte concezioni del reale e della rappresentazione di sè, ma anche un dialogo intimo, struggente, in cui madre e figlio scrivono insieme le ipotesi di una separazione, difficile da accettare e forse impossibile da raffigurare. “ Un manifesto contro il conformismo. Un’opera coraggiosa quanto la sua protagonista. ” — Federico Chiara, Vogue Italia “ La scena in cui Benedetta veste l’abito blu come il fondo del mare, e nel cortile di casa posa per il figlio, è forse la scena d’amore più bella che ho mai visto al cinema. E nella vita. ” — Concita De Gregorio, D di Repubblica “ Un documentario che si interroga sulla messa in scena della realtà. Un film spietato, ma che trabocca d’amore reciproco. ” — Nino Dolfo - Corriere della Sera di Brescia “ Un duello giocato quasi tutto sul corpo e negli spazi della casa di lei. Più lei parla di immagine, di potere, di mistificazione, più lui fa appello al corpo, alla realtà fisica. Strappando improvvise oasi di pace che sono tra i momenti più toccanti del film. ” — Fabio Ferzetti, L’Espresso “ Un film profondo, toccante, ad alto tasso emotivo, che attraversa le difficoltà della creazione di un’identità femminile libera dalle aspettative, la gabbia dei ruoli precostituiti, il tormento di far emergere una personalità dietro una bella faccia. ” — Benedetta Pini, Vice “ Benedetta Barzini è un energico vibrare di contraddizioni e passioni, che Beniamino, telecamera in mano, osserva, adora, fa sobbollire. Una dolcissima lettera d’amore madre-figlio, un balletto di avvicinamenti e fughe. ” — Simona Santoni, Panorama GENNAIO NAPOLI Cinema Astra +info 10/01 ore 20. 30 - in sala Benedetta Barzini con Iaia Forte rassegna AstraDoc / UCCA - L'Italia che non di vede CAPUA Teatro Ricciardi get tickets 11/01 ore 18. 30 - in sala Benedetta Barzini BOLOOGNA Cinema Teatro Galliera 13/01 ore 21. 00 MARIANO VICENTINO Cinema Capana 15/01, 16/01, 17/01 ore 20. 30 (orario da confermare) SIENA Corte dei Miracoli 16/01 ore 18. 00 (orario da confermare), in sala Benedetta Barzini SAN QUIRICO D'ORCIA Teatrino di Palazzo Chigi 17/01 ore 21. 15, in sala Benedetta Barzini CASTELLETTO TICINO Movie Planet 27/01 (orario da confermare) FEBBRAIO PONTASSIEVE (FI) Cinema Accademia 20/02 (orario da confermare), in sala Filippo Macelloni VERONA Fucina Culturale Machiavelli 21/02 ore 20. 30, in sala Benedetta Barzini | rassegna Extravista organizzata in collaborazione con Circolo del Cinema, Are we Human e Bridge Film Festival LECCO Spazio Teatro Invito 25/02 (orario da definire) VENEZIA TEATRINO DI PALAZZO GRASSI 26/02 ore 18. 00, in sala Benedetta Barzini con Gabriele Monti (IUAV) SAN DONÀ DI PIAVE (VE) Cinema Teatro Don Bosco 27/02 ore 18. 00, in sala Benedetta Barzini | proiezione promossa dall'associazione femminista Snoq MONZA Cinema Capitol 27/02 ore 20. 30 MARZO FAENZA Ridotto del Teatro Masini 17 marzo, ore 21. 00 - in sala Benedetta Barzini rassegna "Il Cinema della Verità 2020" PAVIA Politeama 25 marzo, ore 21. 00 - in sala Benedetta Barzini | rassegna "Sguardi Puri" Sono sempre stato sorpreso dalla debolezza e dall’insufficienza della nostra memoria. Così tante cose scompaiono. Per una ragione o per l’altra, l’assurdità più grande della vita per me consisteva in questo: perchè vivere così tante esperienze, per poi dimenticarsene subito dopo? P. D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto Da quando ho compiuto sette anni e mio padre mi ha regalato una telecamera e una macchina fotografica, scattare e filmare sono diventati una strategia per trattenere esperienze e persone amate, salvandole dallo scorrere del tempo. Ho sempre cercato di fare lo stesso con mia madre – ma metterla di fronte ad un obiettivo non è mai stata un'impresa facile. Provavo una sorta di riverenza nei suoi confronti. Mi sembrava impossibile contenerla in un’immagine. Era troppo di tutto: troppo bella, troppo intelligente, troppo carismatica, troppo aggressiva, troppo forte, troppo profonda, troppo speciale. Nonostante fossimo da sempre molto legati (sono il suo ultimo figlio, il suo “beniamino”, come dice il mio nome), è sempre stata un mistero per me. Le poche cose che scoprivo sul suo passato, inconciliabili con la Benedetta che conoscevo, traslavano la sua persona in una nebulosa dimensione di mito. Con il tempo, il mio bisogno quasi fisico di trasformare il vissuto in materiale visivo mi ha portato a lavorare come fotografo, filmmaker e direttore della fotografia. Mia madre non ha mai smesso di mettere in discussione questa mia passione, spingendomi a ragionare sul valore e il potere delle immagini – un veicolo di conoscenza ma anche di manipolazione, un codice che spesso rischiamo di subire perchè ci mancano gli strumenti per leggerlo, decifrarlo e criticarlo. Nel tragitto del dialogo – a volte silenzioso, a volte esplicito – che si è instaurato tra noi su questi temi, la volontà di mia madre di “scomparire” è arrivata come una battuta finale, la boutade che scompagina tutto. Che cosa ti resta da fare quando tua madre ti dice di volersene andare per sempre? Decidere di fare questo film è stato il mio tentativo di trovare una risposta. Ho ricominciato a filmare mia mamma come facevo da bambino, partendo dalle sue lezioni e guadagnando pian piano terreno, fino ad arrivare in quello spazio intimo in cui da sempre l’avevo conosciuta. L’ho fatto con e contro mia madre, sostenuto dalla fiducia che l’esposizione del nostro conflitto (personale ma anche politico) potesse essere un modo, per quanto paradossale, di celebrare quelle domande che non aveva mai smesso di pormi. Ora, alla fine di questo percorso, so di non essere riuscito, ancora una volta, a racchiudere mia madre in un’immagine capace di raccontarne l’autenticità – il valore per lei più importante tra tutti. Anzi, al contrario, ho capito finalmente che mia madre aveva ragione. Come lei spesso ripete, “ciò che veramente conta, è sempre invisibile”. L’essenza delle cose ha a che fare con la nostra esperienza, e sta sempre al di là di quello che è possibile rappresentare. BENIAMINO BARRESE BENIAMINO BARRESE - Regista / Direttore della Fotografia Beniamino Barrese studia filosofia alla Statale di Milano, International Political Economy al King’s College di Londra e Cinematography alla National Film and Television School di Beaconsfield, UK. Dal 2011 lavora come direttore della fotografia, regista e fotografo realizzando pubblicità, documentari, corti e lungometraggi. La scomparsa di mia madre è il suo primo lungometraggio come regista. FILIPPO MACELLONI - Producer Filippo Macelloni is an award-winning director, producer and writer. His work has played in numerous film festivals and on TV networks across the world. Among his most significant credits are the mockumentary Il Mundial dimenticato - The lost World Cup, co-produced and directed with Lorenzo Garzella, which premiered at the Venice FIlm Festival in 2012; the 2011 documentary Silvio Forever, co-directed with Roberto Faenza, a satirical biopic of former Italian PM Silvio Berlusconi; and the documentary Children Over Time (Rai Teche/Rai Cinema 2016), finalist for the Focal International Awards. With a background in architecture, Filippo is also an accomplished creator of video and art installations and exhibits for museums and institutions in Italy and abroad. VALENTINA CICOGNA - Montatrice Valentina Cicogna è montatrice e sceneggiatrice di lungometraggi di finzione e documentario. I suoi lavori, prodotti e distribuiti dai maggiori broadcasters italiani, sono stati selezionati in festival internazionali come Cinéma du Réel, Visions du Réel e IDFA. Il documentario La convocazione, scritto da Valentina insieme al regista Enrico Maisto, e montato da Valentina, è stato presentato a IDFA nel 2017, e ha successivamente vinto il premio come miglior mediometraggio a Hot Docs nel 2018. Valentina insegna nel programma OffiCine dello IED di Milano, e nella scuola di cinema di Locarno CISA. CREDITI regia e sceneggiatura Beniamino Barrese montaggio Valentina Cicogna fotografia Beniamino Barrese, Brian Fawcett musiche Aaron Cupples, Miguel Miranda & Jose Miguel Tobar sound design Massimo Mariani graphic design Sammy Zarka prodotto da Filippo Macelloni produttori esecutivi Beniamino Barrese, Giovanni Storti, Lorenzo Garzella, Hayley Pappas, Matt Ippolito, Bryn Mooser produttori delegati Paolo Borraccetti, Andrea Maria Lehner, Giulio Luciani una produzione Nanof in collaborazione con Rai Cinema e Ryot Films film realizzato con il supporto del MiBAC- Direzione Generale Cinema realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema NANOF è una società di produzione indipendente, costituita da Filippo Macelloni e Lorenzo Garzella. Dal 2001 ha prodotto documentari, cortometraggi, installazioni e progetti televisivi. Un approccio creativo alla produzione e un costante coinvolgimento nella parte autoriale sono le caratteristiche principali della società. Grazie alla sua estesa rete di contatti in Italia e nel mondo, la NANOF ha partecipato come co- produttore o produttore esecutivo a numerosi progetti cinematografici e televisivi distribuiti in Italia e a livello internazionale. RYOT Films is Verizon Media's Emmy Award®-winning, Academy Award®-nominated premium film studio. RYOT Films has produced a slate of critically acclaimed projects that have debuted at Sundance, Tribeca, SXSW, and Hot Docs, among others. RYOT Films’ documentaries have been distributed theatrically with partners from HBO and POV to Showtime, Netflix, Amazon, NatGeo, and ESPN. Highlights include back-to-back Academy Award® nominations for Best Documentary Short Subject for BODY TEAM 12 and WATANI: MY HOMELAND. This year, RYOT Films’ latest projects - feature documentary ON HER SHOULDERS and short-form documentary LIFEBOAT are both currently shortlists for the 2019 Academy Awards®. In 2018, as part of its commitment to funding groundbreaking storytelling, RYOT Films launched a multi-year multimillion dollar equity fund with Vice studios to produce premium documentaries. RYOT Films and their sister company RYOT are divisions of Verizon’s family of media properties, Verizon Media. For all other requests, please complete the form below.
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Storia di B. La scomparsa di mia made easy. Fino a questo momento nn sapevo di questo squallore ma che schifo! A pensare che ho sempre ammirato questo giornalista. Storia di b. la scomparsa di mia madre 2. Nn e giustificabile a sbagliato. Storia di b. la scomparsa di mia madre en. Storia di B. La scomparsa di mia made in lens. I'm about one thing, winning. Sounds dangerously tame compared to the original German. Storia di b. la scomparsa di mia madre para. Discorso da far ascoltare a tutti! Sono maschio.
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